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E se alla fine non sceglie?

E se alla fine non sceglie?

di Giuliano Brusaferro – psicologo

Eccoci qua,  dopo averle provate tutte per incoraggiare una scelta responsabile, oculata, buona,  il nostro “pargolo”, la nostra “pargola”,  ci guardano spaesati e  ci confessano, con una specie di fastidio, visto le nostre insistenze, che, potrebbero iscriversi al Liceo, che “tanto ci va pure Marco”, oppure al Professionale Alberghiero che “ti sistema nel Convitto e quindi stai fuori casa dal lunedì al venerdì,  e respiro” ( vi dirà proprio  così, respiro, non sarò pressato, controllato, incoraggiato continuamente), ma mi interessa anche quel Centro di Formazione Professionale, “dove potrei imparare a fare la parrucchiera”.

Superato lo sbalordimento iniziale, mentre state realizzando di aver buttato il sangue senza ottenere, apparentemente, nulla, mentre lo sbalordimento diventa poco a  poco rabbia, vi invito a fermarvi  per riflettere, ci sarà un ragione per cui non riesce a scegliere, e cerca disperatamente qualcosa e qualcuno a cui accodassi, non sarà colpa dei genitori? Tranquilli, non avete sbagliato niente, l’adolescente è così, fragile e spavaldo,   nella relazione adulti/ragazzi, quando arriva il momento in cui ti sembra di aver raggiunto un obiettivo, a volte ti ritrovi con un pugno di mosche in mano, e devi ricominciare. Proprio in queste occasioni, è bene ricordare: deve essere lui o lei a ricominciare, prima buona azione genitoriale, non sostituirsi, non fare al posto loro.

Governare l’ansia di non essere stati buoni genitori, aspettare, pazientare. Questo innanzi tutto per non   costruire un alibi alla difficoltà di scelta di nostro figlio, se la scuola la scegliete voi al loro posto, pur seguendo le indicazioni che vi hanno dato, sarete esposti alla responsabilità tutta vostra, ricordatelo, di averli spinti lì proprio nell’Istituto in cui l’anno dopo annaspano nelle insufficienze e allora non sarà che colpa vostra, li avete spinti voi lì, proprio dove ora sono “sotto” con diverse materie, ma stavolta non centrano, non avevano parlato anche del Professionale, dove si sa è più facile riuscire bene.

Ora direi, è doveroso aggiungere una riflessione, non cadete nelle trappole del “più facile”, le Scuole sono tutte impegnative se si frequentano con l’obiettivo di imparare qualcosa di utile, solo che nei diversi indirizzi si studiano materie differenti spesso con metodologie di insegnamento altrettanto diverse. Allora è più utile interrogarsi sul proprio stile di apprendimento, piuttosto che sognare scuole improbabilmente più facili, dimenticando che la presunta facilità è direttamente collegata alla qualità del mio impegno e non certo al tipo di scuola. Ma sappiamo spesso i ragazzi  si nutrono di leggende metropolitane e le coltivano per  carattere o per facilitarsi la vita, almeno a parole.

Il ruolo del genitore è in questo caso quello di tenerli ben con i piedi per terra, portandoli a considerare  la Scuola in esame dal punto di vista organizzativo e dal punto di vista dei metodi di insegnamento, della presenza di laboratori di approfondimento, o dove si organizzano gli apprendimenti  attraverso lavori in gruppo e con metodologie che facilitano e stimolano l’attenzione. Anche in questo caso è molto utile mettere in contatto i ragazzi con i coetanei che già frequentano o quel tipo di scuola, magari chiedendo loro di specificare le diverse materie e i metodi che i docenti utilizzano per fare lezione, il modo di lavorare anche per i compiti assegnati a casa. In ogni caso il ruolo genitoriale è quello di affiancare il figlio in modo discreto  aiutandolo a raccogliere dati e stimolandolo ad analizzarli in riferimento alla sua situazione psicologica,  alla sua capacità di organizzarsi nello studio, ad elaborare strategie di memorizzazione, insomma ad applicarsi con successo  a scuola.

So che sarà forte la tentazione di  spingerlo a fare la scelta giusta, solo che spesso quello che è giusto e razionale per gli adulti non lo è in egual misura per gli adolescenti. È meglio che scelgano liberi si sbagliare, per evitare quello che abbiamo detto prima, ma anche perché è fondamentale che sperimentino la responsabilità di accollarsi le conseguenza di ciò che fanno. Probabilmente è la prima vera decisone importante che prenderanno per il loro futuro, e anche se questa scelta, nel passare del tempo dovesse risultare sbagliata, avranno la possibilità di rimediare.

Ricordate infatti che, è sempre possibile cambiare scuola, ed in particolare per  tutto il biennio è possibile  farlo seguendo dei  percorsi previsti dalla normativa,  una sorta di ponte, infatti vengono chiamate “passerelle”,  che permetterà ci aggiustare scelte dimostratesi poco idonee per il  successo scolastico e  formativo. Questo vi aiuterà a sopportare l’ansia eccessiva che a volte coglie i genitori dei ragazzi che guardano  verso la scuola secondaria di secondo grado, vostro figlio  farà una scelta che sarà in grado di gestire e anche di cambiare nel caso si rivelasse poco adatta a lui e alla sua storia scolastica.

“Ci si dovrebbe attendere che gli adulti continuino a crescere, giacché di rado raggiungono la piena maturità. Ma si può anche dire che la vita adulta ha avuto inizio una volta che uno abbia trovato una nicchia nella società mediante il lavoro, e magari si sia sposato e sistemato in un qualche schema che rappresenti un compromesso fra il copiare i genitori e l’instaurare in modo provocatorio una identità personale.”
D. WINNICOT

Giuliano Brusaferro