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Orientarsi alla vita

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Quali competenze dovranno avere i professionisti del futuro?

IL DOSSIER

Uno sguardo ai fatti. Secondo un Dossier Unioncamere ANPAL del 2020, nel 75% delle aziende in Italia ci saranno richieste per 2,5 milioni di posti di lavoro in più. Per affrontare la crisi, nei prossimi sei mesi, tante Imprese metteranno in campo azioni di riconversione del personale già presente in azienda. Fondamentale, dunque, l’acquisizione di nuova conoscenza, sia tecnica che trasversale, tanto per gli studenti quanto per i professionisti.

Il 20 settembre scorso sulle pagine del Corriere della Sera, alla sezione Economia, Irene Consigliere scriveva: “Quali competenze dovranno avere i professionisti del futuro? Il 65% di coloro che entreranno nel mondo del lavoro entro il 2025 eseguirà lavori non esistenti al giorno d’oggi. Il talento del futuro dovrà essere particolarmente eclettico in greco «polymathes», vale a dire che ha imparato molto, con diverse competenze allo stesso tempo. Alcune competenze ritenute chiave per il futuro sono trasversali e non attribuibili ad un solo ruolo che contribuiscono a creare una professionalità interdisciplinare di base. Saranno richiesti: un pensiero computazionale che sia in grado di tradurre grandi quantità di dati in concetti astratti e di capire il ragionamento basato sui dati, capacità di sviluppare contenuti efficaci per i social media, l’abilità di operare in contesti culturali diversi, lavorare in modo produttivo anche con un network virtuale, curiosità e capacità di comprensione di concetti in più discipline, abilità di connettersi agli altri e interagire in modo critico, pensare e trovare soluzioni che vanno oltre a ciò che è noto e basato sulle regole, abilità di giudizio e interpretazione”.

LE ANALISI

In un quadro di questo tipo allora, diventa necessario verificare cosa ci dicono le analisi del mercato del lavoro in Italia ed in Europa, ecco altre riflessioni dallo stesso articolo, in cui vengono identificati alcuni punti di grande interesse per chi si avvia alla formazione personale, in vista di una carriera lavorativa qualificata e soprattutto rispondente alle esigenze del mercato. Questi punti indicano i settori che in un futuro prossimo avranno uno sviluppo interessante per chi si affaccerà al mondo del lavoro con una formazione tecnica specialistica.

È interessante sottolineare che proprio la premessa scardina l’antico pregiudizio che vedrebbe la formazione umanistica da una parte e quella tecnico-scientifica dall’altra, su fronti opposti, antitetici. Le abilità professionali richieste nelle Aziende saranno sempre più flessibili, tali skills si possono sviluppare ampliando i campi di formazione, piuttosto che restringendo e specializzando eccessivamente, insomma accanto ai tecnici super specializzati ci vorranno anche “menti” aperte, creative che siano in grado di dare risposte divergenti. Vediamo ora, sempre dallo stesso articolo del Corriere, le indicazioni dei settori che ricercheranno specifici profili professionali “Quali i settori che avranno bisogno tra il 2020 e il 2023(fonte: indagine ‘The Future Is What It Used To Be’, CITI and Oxford Martin School e dati Adecco, Unioncamere, Anpal, Excelsior)? Innanzitutto il 24% dei 60 milioni di posti che si creeranno saranno nell’IT di cui il 30% per esperti Intelligenza artificiale e Big data, il 41% per ingegneri informatici, il 17% per sviluppatori di software e coding, il 12% per professionisti dell’IOT, internet of things (domotica e altro) ed esperti di comunicazione digitale ed e-commerce che in questo ultimo periodo è cresciuto in modo esponenziale anche per il lockdown e lo smart working ‘forzato’. Le imprese digitali cercheranno tra i 210 mila e 267 mila lavoratori con specifiche competenze matematiche e informatiche per i lavori digitali. In concreto quali profili professionali stanno assumendo i big del tech? Facebook, Amazon, Google assumeranno ingegneri, data analyst, esperti di sicurezza informatica e progettisti di software. Nel dettaglio entro la fine dell’anno Facebook inserirà 10mila lavoratori per lo sviluppo dei prodotti e per i team di ingegneria informatica entro la fine dell’anno. Amazon aprirà 20mila nuovi posti di lavoro nel settore della tecnologia, oltre alle 175.000 nuove opportunità di lavoro nel settore delle spedizioni e della logistica. Il 19% saranno professionisti per l’industria: in ambito della robotica(24%), della stampa in 3D(16%), nel settore automobilistico(26%), trasporti e logistica(10%) e altro(24%). 90mila saranno i posti mancanti nell’industria dei macchinari, delle attrezzature e dei mezzi di trasporto.: Il 14% delle richieste di professionisti arriverà dalla cura della salute: si stima che entro tre anni bisognerà coprire 400mila posti nel settore della sanità e dell’assistenza sociale. n questo ambito stanno sorgendo ad esempio le figure degli educatori della salute, con l’obiettivo di formare sui rischi sanitari e sulla prevenzione ad essi connessa. Saranno ricercate anche figure nelle telecomunicazioni, media(5%), educazione(3%), creatività(3%) e sharing economy(3%). Qui si prevede che saranno 200mila le opportunità nel settore dell’istruzione e dei servizi formativi. Infine il 7% dei profili richiesti sarà nel comparto finanziario, l’8% in quello delle materie prime. Mentre nel settore dei beni di consumo e quindi commerciale saranno necessari il 5% dei profili.”

COME ORIENTARSI

Come progettare il proprio orientamento alla luce di queste informazioni? Si possono conciliare talento e predisposizioni personali, quando ci predispongono ad una formazione che potremo definire “opposta” allo sviluppo del mercato del lavoro che leggiamo chiaramente nell’articolo di Consigliere? Come sempre una buona domanda guida verso buone soluzioni. Innanzi tutto è necessario non accontentarsi di quello che “ passa il convento”, cercare Istituti che offrano percorsi innovativi, giustificando il sacrificio di allontanarsi dalle proprie “ confort zone”, spesso legate alle convinzioni maturate nei precedenti anni scolastici, ( ripetersi ad esempio : “sono bravo in questa materia e continuo su questa strada”)affrontare la novità con spirito di iniziativa, curiosità, voglia di scoprire che aiutano a motivarsi anche quando ci si deve impegnare a fondo. Ecco non aver paura di impegnarsi a fondo avendo fiducia nelle proprie capacità, tenendo in considerazione che a volte sono i nostri pregiudizi a tagliare le opportunità, insomma tornare al quel “conosci te stesso”, ma mi vien da dire per davvero! Correre il rischio di superare le proprie convinzioni, mettersi alla prova comunque. Non sto incoraggiando al salto nel vuoto, sto incoraggiando a buttare il cuore oltre l’ostacolo, a leggersi potenzialmente capaci fino a prova contraria, a sviluppare una resilienza che metta a dura prova ogni difficoltà.

Altro elemento importante da sottolineare: la formazione avviene anche al di fuori del contesto scolastico. Aprirsi alle esperienze di vita, alle associazioni di volontariato, sportive e di ogni genere, che diano la possibilità di “ mettersi alla prova”, coltivare un hobby, frequentare il cinema, il teatro, impegnarsi nelle relazioni costruttive, fissare un obiettivo e di lavorare per raggiungerlo, imparare a stare in squadra e a fare insieme, sono aspetti che completano il percorso scolastico arricchendolo di un contributo personale e originale.

Questo aspetto, esterno alla Scuola, è importante perché qualifica la nostra individualità, in qualche modo ci specializza come persone, ci rende originale ed unici, pronti per dare un valido contributo al Mondo.

Giuliano Brusaferro