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Quando a 13 anni ha le idee chiare

Quando a 13 anni ha le idee chiare

Il caso di Antonio.

A 13 anni ha già le idee chiare: voglio studiare per diventare imprenditore nel settore della ristorazione.

Per lavoro incontro tantissimi ragazzi che devono affrontare la scelta dopo la terza media: tra gli indirizzi da loro più conosciuti ci sono sicuramente i licei e poi spicca un indirizzo professionale che negli ultimi anni ha avuto una grande popolarità anche grazie alla diffusione sui media, sto parlando dell’indirizzo enogastronomia e ospitalità alberghiera, meglio conosciuto come l’indirizzo Alberghiero.

Uno delle prime domande che rivolgo ai ragazzi durante i miei colloqui è iniziare a sondare a quale scuola/indirizzo stavano pensando, e nel 90% dei casi, quando mi rispondono “Alberghiero” di solito si tratta di ragazzi e ragazze che sono soprattutto affascinati da un tipo di scuola in cui si può far pratica, in cui ci sono tanti laboratori, in cui c’è la possibilità di una didattica per forza alternativa a quella frontale che hanno conosciuto durante la scuola media. Sono molto pochi i ragazzi che comprendono effettivamente cosa significhi lavorare in questo settore, la maggior parte di essi non ha mai manifestato anche a casa la voglia di cimentarsi in “qualche esperimento culinario”, sicuramente però  individuano alcuni aspetti di questo mestiere per i quali si sentono attratti, in primis come ho già detto la componente “pratica”, poi sicuramente la possibilità di un lavoro creativo e infine possibilità di un lavoro a contatto con le persone.

E poi c’è Antonio!

Quando mi dice che è convinto di voler fare la scuola Alberghiera, io subito erroneamente lo catalogo nel gruppo di ragazzi di cui sopra, che hanno una consapevolezza solo parziale di cosa voglia dire fare questo mestiere.

In aggiunta, gli stessi genitori di Antonio non sono per nulla convinti di questa sua scelta, mi dicono che anche i professori hanno consigliato per lui un ISTITUTO TECNICO, che avrebbe il vantaggio di preparalo meglio anche all’università qualora dopo i 5 anni di scuola superiore avesse voglia di proseguire con gli studi; gli stessi professori avevano infatti consigliato un Istituto Tecnico Turistico in cui la sua voglia di relazione e contatto avrebbe avuto comunque modo di esprimersi.

Qui è doveroso fare una precisazione: anche con l’Istituto Professionale ad indirizzo enogastronomia e ospitalità  alberghiera che ha durata di 5 anni si consegue il Diploma di Stato (dopo il superamento dell’Esame di Maturità) che dà quindi l’accesso automatico ai percorsi universitari oppure ai percorsi ITS (terziario non accademico); la differenza è che la scuola PROFESSIONALE prepara in modo dettagliato verso una specifica professione, insegnando di essa la parte pratica e la relativa teoria necessaria per svolgere al meglio la pratica; significa quindi intraprendere, già dalla 1° superiore, un percorso abbastanza delineato dal punto di vista professionale.

“E se poi capisci che questo settore non ti interessa più tanto?”  Questo il cruccio principale dei genitori.

Le idee chiare

Ma Antonio sapeva il fatto suo: progressivamente nel corso del colloquio ho iniziato a capire che in testa aveva un preciso disegno professionale che era maturato in lui a partire dall’estate. Era stato come al solito dai nonni in Puglia e per la prima volta aveva osservato in maniera diversa e più attenta una nuova attività commerciale che era nata vicino alla spiaggia. Si trattava di un ristorante di qualità in una bellissima location, gestito da soci tutti giovani. Li aveva osservati attentamente per tutta l’estate e aveva pian piano maturato l’idea che per lui questa poteva essere una strada di realizzazione.

Per lui non avrebbe avuto senso studiare 5 anni in un Istituto Tecnico Turistico perché il suo obiettivo era entrare nel dettaglio del settore Alberghiero. Sapeva molto bene delle fatiche e della gavetta che avrebbe dovuto fare, ma era assetato di conoscere più nel dettaglio ogni aspetto di quel mondo enogastronomico per poi un domani avere un’attività tutta sua, nella quale gestire a 360° i vari aspetti lì coinvolti (cucina, accoglienza clienti, servizio, location, parte promozionale pubblicitaria, mondo web, ecc..). Erano queste le materie che a lui interessavano.  Si vedeva che era fortemente determinato e che questa decisione era maturata con il tempo ed era cresciuta dentro di lui.

Sono stata veramente colpita dalla sua determinazione e consapevolezza che è raro trovare in ragazzo così giovane alle prese con la scelta dopo la terza media: Antonio è un ragazzo che ha trovato una passione, che magari nei prossimi anni rimarrà la stessa oppure assumerà nuove sfumature, è profondamente determinato , informato e consapevole che i prossimi anni di studio saranno fondamentali per lui, ma che non finiranno con l’ottenimento del diploma (oggi la formazione e l’aggiornamento continuo sono la routine in ogni professione). E’ inoltre consapevole che prima di aprire un locale tutto suo saranno fondamentali gli anni di  gavetta partendo dalle basi della professione, che saranno i mattoni che gli permetteranno di costruire la sua esperienza professionale!

Quando ho salutato lui e la sua famiglia, ho pensato e l’ho anche verbalizzato a loro, che credo proprio che Antonio andrà lontano!

 

Marina Perego